Originariamente pubblicato sul profilo Facebook di Emanuele Galesi.
Il dossier di Brescia e Bergamo capitale della cultura 2023 continua a offrire sorprese. Dopo la questione della Cgil, inserita nell’elenco dei progettisti secondo un’interpretazione abbastanza larga del concetto di progettista (almeno, dal punto di vista della Cgil stessa), ora è il turno di Massimo Minini, gallerista che non credo abbia bisogno di presentazioni. Mi rifaccio all’articolo apparso sul Corriere della Sera Brescia il 24 marzo.
Domanda di Massimo Tedeschi: “Nel dossier di Brescia e Bergamo capitale della cultura c’è scritto che lei, per i 50 anni della galleria, “elaborerà un progetto speciale per la città”. Un po’ sibillino. Di cosa si tratterà?”
Risposta di Massimo Minini: “È vero che c’è scritto così, mi dispiace però dirvi che non ne so niente, proprio non mi hanno avvisato, probabilmente non la farò neanche. Per fare qualcosa di simile dovrei essere inserito in un comitato, cosa che per il momento non mi risulta e dovrei sapere quanti soldi ci sono. Se faccio un progetto per la città e per la provincia capitale della cultura benissimo però mi sembra di essere già in ritardo. Non ho una proposta per loro ma non ce l’ho neanche per me, ci sto pensando, ci sono delle idee, ci sono dei contatti ma tutti disattesi. Ho preso contatto con province, comuni, prestatori, collezionisti, anche all’estero parlando di Brescia e Bergamo, però finora nessuno si muove come se questo anniversario non fosse da celebrare; farlo io per la città non me la sento”.