Aperte le iscrizioni per la quinta edizione della residenza artistica Falía*: la favilla che alimenta il fuoco della creatività nel cuore della Valle Camonica
A Lozio, un piccolo paese raccolto tra le maestose montagne della Valle Camonica, si celano sculture, affreschi e opere d’arte contemporanea che, come preistoriche incisioni, diventano parte integrante dell’ambiente e della storia locale.
Sono le opere degli artisti che giungono a Brescia per partecipare alla residenza artistica falía* – Artists in Residence.
Ogni anno una favilla, in dialetto camuno “falia”, tramuta la comunità di Lozio in un focolare creativo in cui gli abitanti condividono la quotidianità con i giovani artisti in residenza e diventano in prima persona motore e parte del processo creativo. Il risultato è un museo diffuso di opere site specific create a stretto contatto con i camuni.
Falía* Artists In Residence è un progetto di Associazione falía* a cura di Alice Vangelisti, con il patrocinio di Comune di Lozio, Comunità Montana di Valle Camonica, Distretto Culturale di Valle Camonica, Altopiano del Sole e il supporto di Azienda Agricola Luna Piena e G.I.A.N. Gruppo Italiano Amici della Natura – Sezione di Lozio.
Con queste parole Alice Vangelisti, ideatrice e curatrice del progetto, racconta alla redazione di Breccia falía*.
Cos’è falía* e come nasce l’idea di una residenza artistica a Lozio?
Falía* è una residenza artistica situata in Valle Camonica (Brescia) giunta oggi alla quinta edizione.
Nata nel 2018 durante lo sviluppo della mia tesi specialistica all’interno del corso di Comunicazione e Didattica dell’Arte presso l’Accademia di Belle Arti Santa Giulia di Brescia, sotto la supervisione del professor Alessandro Mancassola.
Ad oggi ha ospitato 33 artisti, nazionali e internazionali, ognuno dei quali ha realizzato per il territorio almeno un’opera che poi ha lasciato in donazione.
L’obiettivo di falia* è quello di sperimentare la connessione che l’arte contemporanea può creare con luoghi e comunità al di fuori del sistema cittadino, in questo caso a Lozio, piccolo comune della media Valle Camonica, disperso tra i monti e ancora ricco di un forte legame con la tradizione e la natura circostante.
Oggi falia* è cresciuta ed è divenuta un’associazione che si occupa di ricercare e sviluppare scintille contemporanee, connessioni, suggestioni ed esperienze.
Come l’arte contemporanea diventa un motore di valorizzazione del territorio?
Uscire dai grandi centri cittadini deputati all’arte è possibile, dal mio punto di vista, delocalizzando esperienze e pratiche artistiche in terre “periferiche”, ricche di fascino e memorie. Nei grandi centri c’è infatti un sovraffollamento di eventi e idee che possono creare spaesamento visivo e mentale. La decentralizzazione porta invece a una lettura inedita del territorio e ha il potere, grazie alla condivisione che nasce durante la residenza, di avvicinare all’arte contemporanea anche chi tendenzialmente non ne sarebbe interessato.
Che ruolo hanno gli abitanti di Lozio?
L’accoglienza del progetto falia* da parte della comunità è stata strepitosa e ha determinato il successo di questa iniziativa. Si è creata quella che amo definire una comunità mista, in cui artisti e abitanti locali vivono in stretta e preziosa collaborazione.
Lozio è un paese molto piccolo abitato durante l’arco di tutto l’anno da circa 250 persone distribuite nelle quattro frazioni del comune.
Gli artisti coinvolgono attivamente gli abitati nella creazione delle loro opere e ogni volta che questa contaminazione accade, per me è una vittoria: l’artista non è percepito come uno straniero, ma entra a far parte delle logiche proprie della comunità ed è integrato a tal punto che ritorna a Lozio, dalla sua nuova “famiglia”, anche quando ha terminato la sua residenza.
Cosa porti con te a ogni edizione di falía*?
Durante i mesi estivi io vivo letteralmente insieme agli artisti e sono a loro completa disposizione per aiutarli nell’esplorazione del territorio e nella progettazione delle opere. Mi piace costruire su misura per ciascuno di loro un’esperienza che possa essere positiva e significativa.
Questa è per me un’occasione per far conoscere il territorio al quale sento di appartenere. Infatti, se in principio sono arrivata a Lozio da intrusa, ora gli “autoctoni” mi dicono finalmente che qui sono a casa e insieme me lo sono anche agli artisti che ospitiamo.
Non è facile spostare le logiche dell’arte contemporanea in un paese di montagna, ma non è nemmeno impossibile: finché questa sfida continuerà a esistere, anche falía* manterrà accese le sue scintille.
Come possono i nostri lettori artisti iscriversi alla residenza?
La nuova edizione avrà luogo questa estate. È possibile trovare sul nostro sito tutte le informazioni relative alla partecipazione. Le iscrizioni si chiuderanno al 22 maggio. Le proposte passeranno al vaglio della Commissione artistica, in cui mi affiancano quest’anno Alessio Barchitta, Matteo Galbiati e Alessandro Mancassola, a cui si aggiungeranno i rappresentanti dei partner locali per la selezione finale.
Quali sono i tuoi progetti e sogni per il futuro di falía*?
L’idea è quella di avere a disposizione una vera e propria casa per gli artisti aperta tutto l’anno per creare continue connessioni ampliare quello che è ormai divenuto il nostro museo diffuso. Oggi è possibile osservare le opere create dagli artisti all’interno della Casa Museo della Gente di Lozio e in tutto il territorio del comune, passeggiando nei boschi e tra le case. Il nostro obiettivo è creare un ambiente artistico capace di tessere un legame sempre più profondo con il pubblico, che può finalmente fruire delle opere in libertà, senza limiti di orari, semplicemente passeggiando.