Sono bastati pochi giorni per raccogliere poco meno di mille firme a sostegno di una petizione per far sì che il Consiglio Comunale di Brescia si esprima su due punti: chiedere ad A2A un ricalcolo degli incrementi del costo del teleriscaldamento e attivarsi per rendere trasparenti le modalità di calcolo del “fattore di conversione” che serve per attribuire la classe energetica dei fabbricati allacciati alla rete di teleriscaldamento. Qui la petizione completa https://legambientebrescia.it/2022/03/22/petizione-al-sindaco-e-al-consiglio-comunale-di-brescia/ promossa dal circolo di Legambiente della città e sostenuta dal sindacato inquilini Sunia / Apu Associazione proprietari utenti.
Le tariffe dal primo gennaio sono aumentate significativamente, portando secondo i calcoli delle associazioni a un incremento dei costi per i cittadini del 70% medio in un anno. La prima richiesta all’Amministrazione Comunale (che partecipa in A2A al 25%, alla pari del Comune di Milano)è proprio di farsi parte attiva per un un ricalcolo di questo incremento del costo del teleriscaldamento. Dai documenti ufficiali di A2A e dalle dichiarazioni alla stampa dei giorni scorsi dell’amministratore delegato Renato Mazzoncini la produzione del calore avviene utilizzando il gas per circa il 30% (media annuale), e il calcolo dell’incremento delle tariffe deve essere fatto su questo valore, non su quello dei picchi di utilizzo invernale (ovvero, secondo quanto dichiarato dall’amministratore delegato di A2A Calore e servizi Luca Rigoni, il 50%).
Legambiente chiede in particolare più trasparenza. “Se il termoutilizzatore usa al 45% energia rinnovabile certificata, deduciamo che circa il 68% del calore prodotto non arriva da fonti rinnovabili: il 30% di gas dichiarato, e il 55% del 70% rimanente”, ha spiegato Danilo Scaramella nell’illustrare le richieste di Legambiente. Con il 68% proveniente da fonti non rinnovabili, “non è possibile che ci sia un fattore di conversione per il teleriscaldamento pari a 0,12. Un valore così basso sarebbe giustificabile solo se la quota non rinnovabile di produzione di energia fosse davvero trascurabile”. Questo valore era 0,24 fino a giugno scorso, ora è stato dimezzato ed è il più basso d’Italia. I dati che vengono utilizzati per generare il fattore di conversione dovrebbero, secondo gli ambientalisti, essere resi pubblici.
Cosa è il fattore di conversione e perché è così importante? È un dato che serve per calcolare la classe energetica di un edificio. Con un valore così basso, anche una casa energivora può finire in una classe di merito piuttosto alta, “molte finiscono in A3 o A4 senza averne le caratteristiche”, ha ribadito Scaramella: si tratta di edifici che consumano (e spendono) molto per scaldarsi. Un valore che risulta quindi fuorviante, tanto che avrebbe escluso dalla possibilità di usufruire dei bonus energetici per le ristrutturazioni (il famoso Superbonus 110%) gli edifici collegati al teleriscaldamento se non ci fosse stato un emendamento apposito per Brescia, che permettesse di usare il “vecchio” fattore di conversione 0,24 (il doppio di quello dichiarato attualmente).
Il bonus del 110% viene infatti concesso solo a quegli edifici che potranno, da progetto, fare un “salto” di due classi energetiche.
Un valore che distorce il mercato immobiliare: chi acquista una casa in classe energetica A3/A4 si aspetta di spendere molto meno di quello che accade.
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Una vita a cavallo tra l'informazione e la comunicazione. Nel 2016 ho lanciato il progetto inPrimis - un notiziario in breve che alle 7 del mattino prova a riassumere la complessità del mondo in 5 minuti, e poi lascia spazio a brevi approfondimenti per migliorare un po' il mondo - un minuto alla volta. Nel 2022 è la volta di Breccia, tutto dedicato al territorio in cui sono nato, cresciuto, tornato e in cui sto facendo crescere mia figlia.
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