Si sono concluse venerdì 4 febbraio le iscrizioni online per scuola Primaria, Secondaria di primo grado e Secondaria di secondo grado per l’anno scolastico 2022/2023 e, stando ai dati riportati dal Polo Orientamento dell’Ufficio Territoriale Scolastico della nostra provincia, emerge una novità: gli studenti e le studentesse bresciani che a settembre dovranno intraprendere il cammino nella scuola superiore hanno dato la loro preferenza ai licei, anziché agli istituti tecnici, come invece avveniva negli ultimi anni.
Su quasi 12400 ragazzi e ragazze che stanno frequentando l’ultimo anno della scuola secondaria di primo grado, infatti, poco più del 36% si è iscritto ad un liceo, mentre il 34% ha scelto un Istituto tecnico. Sono esclusi da questo calcolo i dati di alcune scuole paritarie, per le quali l’iscrizione on line era facoltativa.
Il cambio a capo della classifica dei percorsi scolastici è in linea, seppur con cifre notevolmente inferiori, con la tendenza regionale – in Lombardia quasi il 52% delle iscrizioni sono state fatte per licei, contro il 36% per istituti tecnici – e nazionale, dove l’istruzione liceale ha ricevuto ben il 51,8% delle preferenze, contro il 30,7% andato agli istituti tecnici.
Dati e percentuali sono l’occasione per avviare diverse riflessioni, soprattutto nel terzo anno scolastico colpito dall’emergenza Covid che ha inciso pesantemente sul mondo della scuola, non solo dal punto di vista organizzativo e della socialità di bambini e ragazzi, ma anche per quanto riguarda la didattica.
Gli studenti e le studentesse che hanno effettuato in questo ultimo mese la loro scelta per la scuola superiore hanno, infatti, affrontato i tre anni di scuola media sperimentando Didattica a Distanza, Didattica Digitale Integrata e normale attività in presenza: un pot pourri di metodologie e strumenti estremamente differenti tra loro, che ogni scuola ha attivato con modalità e tempistiche differenti, soprattutto durante il primo lock down. Anche nelle scuole bresciane più attente all’integrazione tra scuola e nuove tecnologie, il passaggio tra lezioni in presenza e lezioni a distanza non è stato né immediato né indolore.
Sul vasto territorio della nostra provincia si sono verificate le situazioni più disparate nei diversi Istituti Comprensivi: se ci sono state alcune scuole che già dalla prima settimana di chiusura forzata nel marzo del 2020 sono riuscite a creare un contatto virtuale con i propri alunni abbastanza continuativo, molti istituti hanno dovuto fare i conti con problematiche di rete e mancanza di dispositivi.
Anche nelle situazioni migliori, poi, il problema principale è rimasto – e rimane ad oggi – quello di come è stata portata avanti l’attività scolastica: impostare l’insegnamento su lezioni in presenza è completamente diverso che farlo per lezioni a distanza, dove manca la possibilità di instaurare un rapporto diretto con gli alunni, di verificare momento per momento se quello che si sta facendo sta avendo successo oppure no. Una Didattica a Distanza che sia efficace, partendo dal presupposto che rimane una scelta d’emergenza e non può sostituire in toto la presenza in aula, ha necessariamente bisogno, a monte, della formazione dei docenti e degli strumenti adeguati.
Alla luce di queste considerazioni si capisce come anche la modalità “mista” (una parte degli alunni in presenza e una parte a distanza) che ha caratterizzato parte dello scorso anno scolastico e ancor più i primi mesi di quello corrente, abbia, per forza di cose, inciso negativamente sulla didattica e quindi sulla preparazione degli alunni.
La scuola media è un anello di congiunzione fra mondo dell’infanzia e fase della maturità che già in epoca pre-Covid ha mostrato le proprie criticità e debolezze; si può facilmente immaginare come, a conclusione di questo triennio, la preparazione di studenti e studentesse sia ben diversa da quella che ci si attenderebbe per affrontare il mondo della scuola superiore.
Torniamo, quindi, ad osservare i dati delle iscrizioni nella provincia di Brescia per il prossimo anno scolastico: davvero i ragazzi hanno raggiunto livelli di competenze e abilità adeguati per affrontare un percorso di studi a lungo termine ed impegnativo come quello previsto da un liceo? I consigli orientativi, che vengono dati agli studenti della classe terza al termine del primo trimestre sulla base del loro percorso alla secondaria di primo grado, potrebbero essere stati falsati da questi anni difficili, in cui una didattica sicuramente inadeguata potrebbe aver distorto anche le valutazioni?
Sono solo alcuni degli interrogativi che il mondo dell’istruzione deve necessariamente porsi in questo momento e con urgenza, poiché una mancata analisi delle problematicità della situazione ricadrebbe inevitabilmente sulla vita scolastica di migliaia di ragazzi e ragazze.
I numeri che emergono dalle iscrizioni per il prossimo anno scolastico sono interessanti se letti nell’ottica di confronto e collaborazione tra chi lavora nel primo ciclo di istruzione (scuola primaria e scuola secondaria di primo grado) e chi nel secondo ciclo (scuola secondaria di secondo grado, appunto). Confronto auspicabile e di cui si sente la mancanza da troppo tempo.