Tratto dalla pagina Facebook personale del giornalista.
Dopo l’approvazione da parte della Lombardia della norma che consentiva alle polizie locali della regione di utilizzare il taser, lo storditore elettrico, diversi comuni avevano adottato provvedimenti per dotare i vigili di quest’arma. Tra questi Milano, con una mozione leghista condivisa da parte della maggioranza, e Monza. Il tutto con una forte spinta della Lega, che anche a Brescia chiedeva di introdurre il taser, spalleggiata da Fratelli d’Italia. Per fortuna, né la giunta, né il consiglio, hanno accolto queste richieste, con il sindaco Del Bono particolarmente prudente.
Ora che la corte costituzionale ha bocciato la norma regionale, e dunque anche le velleità comunali, emerge come una serie di consiglieri e assessori comunali, consiglieri e assessori regionali, parlamentari e ministri (Salvini in primis, con il suo decreto sicurezza del 2018) abbiano ancora una volta discusso e deliberato su temi di cui non avevano alcuna nozione, senza conoscere non solo i termini della questione (il taser è un’arma, non un chupa chups), ma anche nozioni base come chi legifera su cosa (spetta allo stato). Il fatto che tutto ciò sia avvenuto in materia di sicurezza è l’ennesimo esempio del solito populismo con cui viene affrontato il tema (e non solo questo), il fatto che tutto ciò sia avvenuto con un’arma in grado di uccidere, la dice lunga sulla considerazione che c’è per la vita. Le perdite di tempo, i costi e i danni di una politica impreparata purtroppo non finiscono mai, ma media e elettori hanno grandi responsabilità in tutto ciò.
(Qui un articolo sul perché la norma lombarda fosse prevedibilmente incostituzionale e sul come la regione non si rassegni: https://bit.ly/3LO1CI0, mentre qui trovate un approfondimento di Antigone sul taser: https://bit.ly/3MTzlRK).