Sempre più spesso negli ultimi anni si è sentito parlare di competenze nel mondo della scuola; l’Unione Europea ha intrapreso dal 2006 un dibattito sull’istruzione dei futuri cittadini, raccomandato un apprendimento che parta dalle cosiddette competenze di cittadinanza, cioè che non si basi più soltanto sulle conoscenze che alunni e alunne devono possedere al termine del ciclo di studi, ma che sia incentrato sulle loro competenze, ovvero la somma di conoscenze e abilità.
Ma la parola “competenza” è così ricca di significato che va ben oltre i semplici programmi scolastici e interessa tutti gli ambiti di vita; essere competenti significa possedere delle conoscenze ed essere in grado di utilizzarle nella quotidianità, per affrontare problemi e cercare soluzioni creative.
Oltre alle competenze scolastiche è quindi necessario parlare di “competenze di vita”, molto più difficili da individuare e definire ma, allo stesso tempo, estremamente importanti da sviluppare nel percorso di crescita di ragazzi e ragazze, che vede coinvolte sia le famiglie che la scuola.
Come si fa ad insegnare le competenze di vita ai nostri ragazzi e alle nostre ragazze?
In aiuto degli istituti scolastici di Brescia e provincia viene un progetto promosso da Regione Lombardia, attraverso l’Ufficio Scolastico Regionale, e Ats: Life Skills Training.
Il progetto originale è stato sviluppato negli Stati Uniti dal professor Gilbert J. Botuin, esperto riconosciuto nell’ambito della prevenzione dell’uso di sostanze psicoattive da parte dei giovani, ed è stato adattato al contesto e alla società italiani per essere proposto nelle nostre scuole, con lo stesso scopo: prevenire l’utilizzo di alcol, tabacco e droghe, leggere e non, tra i giovani e i giovanissimi.
Il successo di tale progetto – che è attivo nelle scuole della provincia bresciana dal 2010 – è proprio dovuto al fatto che passa dal luogo deputato all’istruzione basandosi sul principio che apprendimento e salute si influenzano vicendevolmente: un buon livello di apprendimento consente agli studenti e alle studentesse di avere più strumenti a disposizione per comprendere le informazioni e, allo stesso tempo, alunni e alunne attenti al proprio stato di salute hanno maggiori risorse per un apprendimento più efficace.
Lo scarto, rispetto alle sparute lezioni sull’argomento dei decenni precedenti, sta nell’approccio: non più una lista di informazioni, spiegate più o meno dettagliatamente, ma un percorso della durata di tre anni che porta a sviluppare e consolidare quelle competenze personali e quelle abilità sociali che consentono ad un giovane di resistere alle pressioni del gruppo di amici e di scegliere in coscienza ciò che è bene per sé.
Chi, tra gli insegnanti, ha avuto occasione di prendere parte al Life Skills Training si è, però, subito resto conto che il pregio di tale proposta è quello di andare ben oltre lo scopo dichiarato.
Guidare ragazzi e ragazze molto giovani verso la costruzione di un’immagine di sé positiva per aumentare la propria autostima e, di conseguenza, per saper gestire al meglio i naturali conflitti dell’adolescenza, consente di dare loro un bagaglio importante in qualsiasi situazione, non soltanto nell’eventualità – molto probabile, stando a quanto riportato dall’indagine conoscitiva sulle dipendenze patologiche diffuse tra i giovani, diffusa dall’Istat nel maggio del 2021 ed aggiornata al 2020 – che entrino in contatto con alcol, tabacco o altre sostanze psicoattive.
In questo la scuola gioca un ruolo da protagonista, poiché è il luogo dove i preadolescenti trascorrono la maggior parte del loro tempo e dove gli insegnanti – opportunamente formati dal personale dell’Agenzia di Tutela della Salute – riescono ad instaurare relazioni autentiche e significative.
Il progetto Life Skills Training è infatti formulato per gli alunni e le alunne della scuola secondaria di I grado.
Nell’anno scolastico 2021/2022, nonostante la pandemia abbia notevolmente limitato i progetti extrascolastici, il programma di Ats ha interessato 48 scuole, distribuite in 32 Istituti Comprensivi, coinvolgendo in totale 8295 studenti.
Visto il successo riscontrato, negli ultimi tre anni scolastici il progetto è stato proposto, con le dovute modifiche, anche a bambini e bambine delle classi terze, quarte e quinte della scuola primaria di 33 Istituti Comprensivi del nostro territorio, coinvolgendo 7690 studenti e studentesse.
Se è vero che la scuola pubblica italiana versa in una situazione piuttosto difficile ed è carente se messa a confronto con le situazioni scolastiche di molti Paesi dell’Europa occidentale, progetti come Life Skills Training lasciano ben sperare, aprendo sentieri arricchenti, senza dubbio interessanti, nella direzione di un insegnamento che integra sempre di più conoscenze, abilità ed attitudini personali per dare davvero ai ragazzi e alle ragazze di domani un bagaglio di competenze utilizzabile nella vita quotidiana.