Originariamente pubblicato sul profilo Facebook di Emanuele Galesi
Cinque milioni a Gussago per riqualificare la piazza e il municipio. Cinque milioni a Chiari per la nuova caserma dei Carabinieri. Un milione e mezzo a Concesio per sistemare il bocciodromo e convertire una pista di pattinaggio in campi da beach volley. Cinque milioni a Darfo per ristrutturare due palazzi storici, tre piazze e una via.
Dei venti milioni in arrivo in provincia di Brescia con la seconda tranche di finanziamenti legati al Piano nazionale di ripresa e resilienza, più di quindici sono destinati a manutenzioni e costruzioni. È vero che nei piani dei comuni che beneficeranno di questi fondi ci sono spazi polifunzionali, culturali, anche una scuola, ma è evidente una certa ansia da cantierizzazione ed è lecito porsi qualche domanda. Così, giusto per interrompere un momento lo sbandieramento frettoloso di risultati che sono ancora tutti da raggiungere. Ok la ripresa e la resilienza, ma per andare in che direzione? In che modo questi e altri progetti affrontano o quantomeno considerano i problemi del nostro tempo, delle nostre comunità, della nostra terra, della nostra acqua, della nostra aria? Chiusi i cantieri, finiti i fondi e tagliati i nastri, cosa resta?