Una gita fuori porta al Museo del Violino di Cremona merita non solo per la bellezza e la ricchezza espositiva di questo luogo di cultura, ma anche per far delle scoperte sui liutai… bresciani! Brescia non viene solitamente associata a questo settore musicale, artigianale ed artistico, eppure, una visita al museo cremonese, offre spunti di approfondimento anche su questo aspetto nascosto del bresciano.
Per la verità al Museo del Violino non ci si reca certo per sentir parlar bresciano: nelle sale del bellissimo palazzo che ospita il museo risuonano note ben più melodiche di quelle rudi della nostra cadenza, dolci note che accompagnano la visita di ogni sala. Ottima meta per scuole e giovani studiosi o appassionati di viole, violini, violoncelli e contrabbassi, il museo è costruito in modo tale da costituire uno strumento di conoscenza per neofiti e per intenditori, per bambini e adulti.
Ogni sala ha postazioni didattiche interattive, oltre a proposte di video che permettono letteralmente di entrare negli strumenti e seguire la loro composizione, la loro costruzione, la loro storia. Ma il museo non è solo virtuale, anzi, gli strumenti veri e propri sono esposti in sale con luci e musiche avvolgenti: ci sono esemplari dei più celebri mastri liutai di tutti i tempi, inseriti nei loro contesti storici e geografici.
Ed è così che nell’ultima sala, quella dedicata alle celebrazioni stradivariane del 1937, si trovano esposti i modelli vincitori della “Mostra-concorso nazionale di liuteria moderna”, che vide la partecipazione, con oltre 300 strumenti, di ben 119 costruttori, valorizzando la ricchezza della liuteria italiana. Ebbene, tra essi vi è anche un bresciano, Benvenuto Botturi.
E qui scatta la curiosità di approfondire questo filone non certo tra i più noti della storia artistica, artigianale, sociale di Brescia. A parte Gasparo da Salò, che non è proprio uno sconosciuto, altri nomi non godono di fama diffusa. Eppure, sebbene non si possa parlare di una vera e propria “scuola bresciana” della liuteria, artisti-artigiani di grandissimo valore operarono nella nostra città.
Non solo: da un approfondimento offerto dalla Fondazione Brescia Musei, veniamo a sapere che la liuteria bresciana ha origini antiche, con diverse botteghe cittadine che già nel Quattrocento si specializzarono nella costruzione di strumenti musicali di svariate tipologie.
La principale bottega era quella della famiglia Antegnati, organari illustri attivi fino al Seicento, così come Brescia era un punto di riferimento anche nella produzione degli strumenti ad arco. Nel Cinquecento operarono in città un crescente numero di liutai, fra i quali spicca la figura di Girolamo Virchi, insieme a Giovanni Giacomo della Corna, gli Inverardi e Battista Doneda, dei quali purtroppo si sondi bresciao conservati pochi strumenti. A partire dalla metà del secolo, il violino conobbe una crescente affermazione grazie ai liutai di Cremona e Brescia. A Cremona il mercato rimase nelle mani della sola famiglia Amati, mentre a Brescia l’attività liutaria era esercitata da un numero maggiore di artigiani. Il tardo Cinquecento fu un periodo di produzione fecondo: a Brescia si produceva una grande varietà di strumenti ad arco e fra questi i bassi sono stati studiati raramente e gli esemplari originali sono rari e dispersi per il mondo.
Una storia interessante e da riscoprire insomma, anche in vista dell’appuntamento del prossimo anno: una capitale della cultura è tale anche per il numero di chicche che sa proporre a suoi cittadini e a tutti i visitatori. Quindi grazie museo del violino per questa opportunità!