Potremmo cominciare da una domanda, rivolta dai consiglieri di minoranza al sindaco di Castel Mella Giorgio Guarneri in un consiglio comunale dello scorso autunno: “Se le analisi sui terreni dicono che non c’è PCB, perché continua a essere rinnovata l’ordinanza che vieta la coltivazione, la movimentazione del terreno e proroga le restrizioni con cui i nostri abitanti hanno ormai da tempo imparato a convivere, rassegnandosi che le bonifiche non arriveranno mai?”
Sono ormai 17 anni che il territorio di Castel Mella, nella zona a est del fiume omonimo fino al confine ovest in via Quinzano, è ufficialmente interessato dall’inquinamento di composti organo-clorurati e metalli pesanti di quello che è il sito di interesse nazionale “Brescia-Caffaro”. Le restrizioni cominciate con le ipotesi formulate nel 2005 vennero confermate nel 2013-2014 dai campionamenti dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale: venne rilevata la contaminazione di metalli pesanti, PCB e diossine.
In questi anni il Comune di Castel Mella si è sempre comportato come il Comune di Brescia, rinnovando di volta in volta le ordinanze di tutela sanitaria della popolazione che vietano l’utilizzo del terreno, come “l’aratura, il dissodamento ed ogni altra operazione che comporti il contatto con il terreno stesso o l’inalazione di polveri da esso provenienti; il divieto di asportazione e scavo di terreno dalla zona;” così come confermato anche nella prima ordinanza di questo 2022, il 3 gennaio scorso.
Eppure la costruzione di un’abitazione e deposito ad uso agricolo in via Papa Giovanni XXIII vede un susseguirsi di vicende che meritano attenzione. Il permesso di costruire è del 26 maggio 2021, l’esito delle analisi ambientali condotte sui terreni oggetto di movimentazione terra è del 2 ottobre, l’inizio dei lavori scritto sui cartelli posti all’esterno è di qualche giorno dopo. Nella relazione sulle analisi ambientali, si legge che “i valori della sommatoria PCB sono risultati per tutti i campioni esaminati inferiori alla soglia minima di determinazione o quantificazione” e quindi conformi alle tabelle di riferimento.
Dalla stessa relazione però si legge che i punti di prelievo vengono condotti “a partire dall’attuale piano campagna, ridefinito localmente dai recenti lavori di scotico superficiale”. Ovvero: prima dell’arrivo dei tecnici per la verifica della qualità del terreno, erano già stati effettuati dei lavori di movimentazione, come si vede anche dalle fotografie allegate alla relazione.
La scorsa estate gli abitanti della zona avevano lamentato polveri proprio per i lavori, che erano cominciati quindi prima delle analisi, rimuovendo lo strato superficiale del terreno (quello che poi era più a rischio per la popolazione residente). Le analisi vennero effettuate solo dopo le richieste pressanti dei consiglieri di minoranza. “Le analisi andavano effettuate prima di muovere qualsiasi cosa, così come previsto dall’ordinanza che il sindaco ha deciso di confermare anche per il 2022”, afferma la capogruppo di minoranza Donatella Bonetti, sicura che i risultati “sul primo strato di terreno avrebbero potuto essere ben diversi”.
Ora l’Arpa è stata informata.
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Una vita a cavallo tra l'informazione e la comunicazione. Nel 2016 ho lanciato il progetto inPrimis - un notiziario in breve che alle 7 del mattino prova a riassumere la complessità del mondo in 5 minuti, e poi lascia spazio a brevi approfondimenti per migliorare un po' il mondo - un minuto alla volta. Nel 2022 è la volta di Breccia, tutto dedicato al territorio in cui sono nato, cresciuto, tornato e in cui sto facendo crescere mia figlia.
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